Locazione a canone concordato, obbligo asseverazione





Per la validità dei contratti a canone concordato, è indispensabile la asseverazione delle associazioni dei proprietari immobiliari e degli inquilini, invitiamo i proprietari a valutare con attenzione i rischi che un contratto non regolamentare comporta.

Da controlli effettuati nel corso degli anni da parte dei comuni è emerso che moltissimi non erano regolari e non seguivano le complesse regole previste per ottenere le agevolazioni. La disciplina delle locazioni abitative prevede che le parti possono stipulare contratti a canone concordato, ossia contratti in cui il valore del canone, la durata del rapporto e altre condizioni sono definiti sulla base di quanto stabilito in appositi accordi conclusi in sede locale tra le organizzazioni della proprietà edilizia e le organizzazioni dei conduttori maggiormente rappresentative (articolo 2, comma 3, legge 431/1998).

Dalla lettura della disposizione emerge che:
  • L'attestazione ha la funzione di certificare che il contenuto economico e normativo del contratto di locazione sottoscritto a canone concordato sia conforme a quanto previsto dall’accordo locale stipulato tra le organizzazioni della proprietà edilizia e le organizzazioni dei conduttori maggiormente rappresentative.
  • Per i contratti di locazione a canone concordato “non assistiti” (conclusi cioè senza l’intervento delle organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori), l’attestazione ha effetti anche per il conseguimento delle agevolazioni fiscali.
Pertanto, sottolinea la risoluzione, per i contratti “non assistiti”, l’acquisizione dell’attestazione rappresenta “elemento necessario“ per il riconoscimento delle agevolazioni tributarie collegate, in generale, ai contratti di locazione a canone concordato.
L'obbligo di acquisire l’attestazione risponde all’esigenza di dimostrare la sussistenza di tutti gli elementi utili ad accertare, da un lato, i contenuti dell’accordo locale e, dall’altro, i presupposti per accedere alle agevolazioni fiscali. Al contrario, l’attestazione non è necessaria per il riconoscimento delle agevolazioni fiscali rispetto ai contratti di locazione stipulati prima dell’entrata in vigore del Dm 16 gennaio 2017 ovvero anche successivamente, laddove non risultino stipulati accordi territoriali.

Allegare l’attestazione, è opportuno per documentare la sussistenza dei requisiti nel caso in cui il contribuente intenda fruire dell’agevolazione in virtù della quale, per la determinazione della base imponibile dell’imposta proporzionale di registro, il corrispettivo annuo viene considerato nella misura del 70%. Se il contribuente procede all’allegazione, si applica l’articolo 11 del Tur. Il cui comma 7, relativo agli allegati, stabilisce che la richiesta di registrazione di un atto vale anche per gli atti a esso allegati, ma non implica l’applicazione dell’imposta se si tratta di:
  • documenti che costituiscono parte integrante dell’atto
  • frazionamenti, planimetrie, disegni, fotografie e simili
  • atti non soggetti a registrazione.
  • pertanto, sottolinea la risoluzione, l’attestazione è un atto per cui non vige l’obbligo della registrazione. Ne consegue che, in sede di registrazione del contratto, l’ufficio dell’Agenzia procede alla registrazione anche dell’attestazione “senza autonoma applicazione dell’imposta di registro”. Infine, la risoluzione precisa che, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 5, Tabella allegata al Dpr 642/1972, per il rilascio dell’attestazione non deve essere applicata l’imposta di bollo.
Fonte Fiscooggi




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