Recupero edilizio: il parere dell'Agenzia delle Entrate
Una società che decide di acquistare un fabbricato e ricostruirlo con efficientamento energetico per rivenderlo, può usufruire della detrazione per il recupero edilizio, previsto dall'articolo 7 del Decreto Crescita, anche se decide di alienare una piccola parte dell'edificio prima di ristrutturarlo.
Come sottolinea la norma, la società deve impegnarsi a demolire e ricostruire entro 10 anni dall'acquisto, anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato già esistente. Inoltre deve impegnarsi a eseguire sull'immobile interventi di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, restauro o ristrutturazione edilizia, in conformità con la normativa antisismica e con conseguimento di classe energetica NZEB, A o B.
Nel caso preso in esame dall'Agenzia, la società si impegna alla successiva alienazione dell'immobile per almeno il 75% del volume del nuovo fabbricato, ma prima dell'intervento di recupero essa intende procedere alla rivendita di una delle unità facenti parte del fabbricato, nello stato di fatto in cui si trovava al momento dell'acquisto, stipulando con l'acquirente un contratto di appalto per la realizzazione dei lavori.
Il dubbio della società, da cui l'interpello all'Agenzia delle Entrate, era relativo al fatto che, se tale rivendita, antecedente all'inizio delle opere sul fabbricato, possa essere determinante per la decadenza delle agevolazioni sopra citate.
Secondo quanto specificato dall'Agenzia delle Entrate, nel caso preso in esame, il rispetto della finalità alla base dell'agevolazione sembra rispettato: consentire un processo di rigenerazione urbana mediante interventi di sostituzione edilizia. Per questo motivo, alienando la singola unità immobiliare, la società non incorre nella decadenza del beneficio fruito in sede di acquisto del fabbricato, al patto che vengano rispettate le condizioni disciplinate dalla norma.
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