Prima casa: benefici fiscali e mancata residenza

Le agevolazioni fiscali prima casa, sono legate al trasferimento della residenza del beneficiario del bonus nel Comune dove è ubicato l'immobile. Per poter usufruire del bonus è necessario che la residenza venga trasferita entro diciotto mesi dal rogito. 
L'acquirente di un'abitazione che non trasferisce la propria residenza entro i termini previsti dalla legge, può comunque usufruire dei benefici fiscali a patto che questo sia dovuto ad una causa di forza maggiore, sopravvenuto dopo l'atto di vendita. A dirlo è l'ordinanza 4591/2018 della Corte di Cassazione. 

La Corte ha accolto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate contro la sentenza della Ctr Campania che aveva a sua volta accolto il ricorso di un contribuente, al quale il Fisco aveva contestato le agevolazioni fiscali prima casa, per mancato trasferimento della residenza a diciotto mesi dal rogito. Il contribuente, a sostegno della sua difesa, aveva dichiarato che la richiesta di trasferimento era stata inoltrata a tempo debito, ma era stata respinta dal Comune in quanto l'immobile risultava già occupato. 

Secondo la Ctr Campania, il contribuente non poteva perdere i benefici per un evento di forza maggiore, ossia l'occupazione abusiva dell'immobile di sua proprietà. Secondo la Suprema Corte, fermo restando che un "impedimento oggettivo, imprevedibile e inevitabile che impedisca il trasferimento del contribuente nell'immobile acquistato nel Comune dove egli intendeva trasferirsi esclude la decadenza dell'agevolazione", il caso in esame presenta caratteristiche diverse. Infatti, la causa di forza maggiore, in questo caso, manca dei requisiti di posteriorità e di imprevedibilità, in quanto l'immobile risultava già occupato al momento dell'acquisto.

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