Come comportarsi con la cedolare secca nella dichiarazione dei redditi

La cedolare secca deve essere dichiarata solo per quei contratti di locazione dove vi è l'obbligo di registrazione presso l'Agenzia delle Entrate, quindi quei contratti di durata superiore ai trenta giorni all'anno, a meno che non sia il locatore stesso a registrare di sua volontà il contratto prima della dichiarazione dei redditi: in questo caso l'opzione deve essere esercitata in sede di registrazione del contratto.
Ma cos'è la cedolare secca? Si tratta di un'imposta che sostituisce l'Irpef, le addizioni comunali, le addizioni regionali, l'imposta di registro, l'imposta di bollo e viene applicata ai redditi che derivano dalla locazione di un immobile. Per il periodo tra il 2014 e il 2017 l'aliquota per i contratti a canone concordato è fissa al 10%, successivamente tornerà al 15%. Per poter applicare la cedolare secca il locatario deve essere necessariamente una persona fisica e il contratto deve essere relativo ad una locazione abitativa.

Nel quadro F devono essere indicati i versamenti dell'acconto e del saldo F24 cedolare secca sulle locazioni, eventuali eccedenze delle precedenti dichiarazioni (ad esempio crediti Irpef, addizionali comunali e regionali non rimborsati dal datore di lavoro, credito d'imposta sostitutiva sui redditi diversi di natura finanziaria), le ritenute e gli acconti sospesi a causa di eventi eccezionali, gli importi di acconto di cedolare secca sulle locazioni per il 2016.
Per compilare il quadro F del modello 730, nei diversi righi, andrà indicato:
- in F1 l'importo dei versamenti di acconto relativi all'anno 2015
- in F3 le eccedenze che risultano dalle precedenti dichiarazioni
- in F4 le eccedenze delle addizionali comunali e regionali che risultano dalle precedenti dichiarazioni
- in F6 scrivere solo se il dichiarante ritiene di dover versare una somma minore rispetto a quella calcolata da chi presta attenzione fiscale
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