Fallire per crediti?

Negli ultimi tre anni 7.552 imprese, su un totale di circa 33.000  hanno chiuso.
Di tutti i settori economici, quello delle costruzioni è il settore più colpito dalla crisi: il 23% dei fallimenti in Italia ha coinvolto questo ambito.

Oltre alla riduzione drastica degli investimenti (-24%) le imprese edili devono vedersela  con ritardi medi dei pagamenti, da parte delle Pubbliche Amministrazioni,  che si aggirano intorno ai 180 giorni.
Ammontano, infatti, a 19 miliardi i debiti dello Stato nei confronti del settore delle costruzioni.
Le prospettive non sono incoraggianti: il primo trimestre del 2012 registra un peggioramento rispetto al 2011 con 8,3 imprese fallite ogni 10.000 imprese operative contro un 7,8 del primo trimestre del 2011.
A questo si aggiunge la difficoltà di  accesso al credito: in 4 anni -44,3% i mutui per investimenti in edilizia non residenziale, -38,2% quelli in edilizia residenziale.
In una situazione già profondamente provata, la  rigida stretta fiscale sulla casa è un pesante contraccolpo psicologico che si ripercuote su tutto il settore visto che è prevista l’Imu anche su fabbricati invenduti e aree edificabili.




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