Social bonus: credito d'imposta fino al 65% per sostenere progetti volti al recupero di immobili pubblici inutilizzati e beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata

 


Con il decreto n.89 del 23 febbraio 2022, pubblicato lo scorso 14 luglio in Gazzetta Ufficiale, è stato finalmente regolamentato il Social Bonus previsto dall’art. 81 del d.lgs 117/2017. Il decreto che regolamenta il Social Bonus era uno dei tanti attesi e che ci si aspetta possa avere un impatto positivo importante sia a livello chiaramente sociale ma anche economico-fiscale. 


Viene definito come "un credito d’imposta delle erogazioni liberali in denaro effettuate da persone fisiche da enti o società in favore degli enti del Terzo settore”. Al contrario di quanto previsto dall’art. 83 del d.lgs 117/2017, che permette di detrarre un importo pari al 30 per cento degli oneri sostenuti dal contribuente per le erogazioni liberali in denaro o in natura a favore degli enti del Terzo settore non commerciali, il social bonus previsto dall’art. 81 alza tale percentuale e la porta al 65 per cento spalmandone la fruizione su tre periodi d’imposta e garantendone l’utilizzo anche nel caso in cui un anno non ne abbia potuto beneficiare il contribuente. 


Come usufruire di tale bonus?

Per la fruizione di tale bonus, gli Enti del terzo settore devono presentare un progetto al Ministero, rispettando tempistiche e modulistica da esso imposti, volto alla riqualificazione di particolari categorie di edifici. Gli edifici coinvolti nella misura sono stati fin ora visti dal legislatore come dei pesi sociali ed economici, in quanto riacquisiti a seguito di sequestri alla criminalità organizzata o comunque inutilizzati dalla pubblica amministrazione. Quindi bisognava creare un meccanismo auto incentivante, che coinvolgesse società e privati interessati alla fruizione del beneficio fiscale, gli enti del terzo settore intenzionati ad ottenere un luogo ove poter svolgere le proprie attività di interesse generale e raggiungere quindi i loro scopi sociali e lo stesso Stato, non più aggravato da capitale immobilizzato non più remunerativo da anni.


L’ISTAT e la Cescat già nel 2019 avevano stimato che circa 2 milioni di edifici patrimonio dello stato erano inutilizzati, il 6 per cento del patrimonio immobiliare statale si sta deteriorando, e tra questi vi sono alcuni palazzi storici senza più manutenzione, oltre 50.000 di cui anche ex castelli nobiliari per non parlare di ulteriori 20.000 che sono ex edifici ecclesiastici, chiese, abbazie e conventi in disuso.



Photo Credits: Google Image

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