Transazione energetica, ecco le regioni italiane più attive

La guerra tra Russia e Ucraina ha indubbiamente reso ancora più urgente una transizione energetica che porti al passaggio dai combustibili fossili all'utilizzo di fonti rinnovabili.

Le fonti di energia rinnovabile sono l'unico mezzo che abbiamo per contrastare il surriscaldamento globale, mantenendolo entro la soglia fissata di 2 gradi, oltre che essere tra le poche alternative al gas importato. 

L'Osservatorio Regions2030, a cura di Public Affairs Advisors e Elemens, svela a che punto siamo, in Italia, con la messa in opera di impianti che consentono di sfruttare energia eolica e solare. 

Le regioni italiane hanno un ruolo fondamentale nel raggiungere l'obiettivo della transazione energetica, questo perché la creazione di nuovi impianti dipende molto spesso dalle amministrazioni locali. Purtroppo in questi casi è facile incontrare difficoltà burocratiche e molti progetti vengono bloccati perchè le autorità competenti non forniscono risposte definitive in tempi rapidi. 

L'indagine riporta che oltre il 57% delle domande che sono state presentate dal 2018 al 2021 per la realizzazione di impianti per l'energia eolica non sono ancora state esaminate. Tale percentuale arriva al 99,9% se si tiene conto dei soli progetti che sono stati presentati lo scorso anno. 

Considerando i risultati delle singole regioni, in merito all'autorizzazione di nuovi impianti, tra le più virtuose troviamo Sicilia, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, le quali, a fronte di un elevato numero di domande, hanno dato l'approvazione a molti dei progetti, al contrario di una regione come la Puglia. 

Per quanto riguarda, invece, la programmazione dei piani energetici, il target prefissato per il 2020 è stato raggiunto da Emilia-Romagna, Sardegna, Campania, Lombardia, Basilicata e Umbria; pessimi risultati per quanto riguarda Toscana, Liguria e Abruzzo. Inoltre, per quanto riguarda un piano energetico al 2030, questo è stato già approvato  da pochissime regioni, tra le quali, ancora una volta Emilia-Romagna e Sicilia, oltre che il Trentino-Alto Adige. 

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