Il contratto a canone concordato, cos'è e perché conviene

Un contratto di affitto a canone concordato è una tipologia di contratto di locazione caratterizzato da un canone fisso, che l'inquilino deve corrispondere al locatore, tale canone è sempre compreso tra una cifra massima e una cifra minima, che vengono stabilite dagli Accordi Territoriali. 

Nello specifico, gli Accordi sono a loro volta stretti in ogni città tra le rappresentanze e le organizzazioni sindacali dei proprietari e quelle degli inquilini. Quando vengono fissati gli importi, che sono generalmente più bassi rispetto ai prezzi di mercato, si tiene conto di diversi fattori, quali ad esempio la posizione in qui si trova l'immobile, le condizioni in cui è e la zona/quartiere del Comune nel quale è ubicato. Di conseguenza, gli Accordi Territoriali non sono uniformi a livello nazionale: variano infatti da Comune a Comune. 

Chiaramente non esiste una formula generalizzata per calcolare il canone concordato, ma occorre ogni volta valutare i vari contesti e le diverse variabili. 

Si può stipulare un contratto di affitto a canone concordato per qualsiasi proprietà privata, la quale venga concessa ad uso abitativo, transitorio o a studenti universitari, e che riguardi un immobile intero oppure una o più stanze. 

Per quanto riguarda la durata del contratto di affitto a canone concordato vi sono precise indicazioni da seguire, quali: 3 anni (+ 2 anni di rinnovo automatico) per quanto riguarda le abitazioni, da 30 giorni a 18 mesi (transitorio) per quanto riguarda i contratti brevi e da 6 a 36 mesi per gli studenti universitari.

Il proprietario di un immobile che intende affittarlo mediante un contratto a canone concordato può usufruire di detrazioni e vantaggi fiscali, tra i quali quello che riguarda la cedolare secca al 10%, confermata ancora per tutto il 2021. Altri sgravi fiscali riguardano la riduzione di IMU e TASI, la riduzione della base imponibile IRPEF e l'imposta di registro, eventuali fondi di garanzia, agevolazioni e contributi che vengono erogati da Enti Locali. Per quanto riguarda quest'ultimo caso, l'entità e la natura delle misure possono variare in base ai fondi predisposti su base territoriale, infatti, i Comuni decidono in modo autonomo quali interventi aggiuntivi predisporre in modo da incentivare ulteriormente la diffusione di contratti a canone concordato. 

L'inquilino grazie al canone concordato può affrontare spese di affitto più contenute, oltre che poter godere di agevolazioni fiscali se appartiene a fasce di reddito basso.

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