Bonus ristrutturazione: cosa succede se l'erede affitta la casa?

Quando un contribuente usufruisce del bonus ristrutturazione, in caso di decesso dello stesso contribuente, il diritto di fruire delle quote residue della detrazione va a favore degli eredi. Ma cosa succede se l'erede decide di di affittare l'immobile in oggetto?

Nel caso in cui il contribuente erede decidesse di affittare a terzi l'immobile oggetto del bonus ristrutturazioni, anche per un breve periodo, perde l'agevolazione relativa all'annualità di riferimento. Viene chiarito dall'Agenzia delle Entrate nell'interpello n. 282, dove un contribuente ha chiesto di continuare a fruire del bonus ristrutturazioni per l'immobile che ha ereditato, nel caso in cui venisse affittato per brevi periodi durante l'anno. 

Per il contribuente, l'affitto per brevi periodi comporta la detenzione materiale e diretta del bene, in quanto l'immobile resta al proprietario, come spiegato dall'articolo 16-bis del Tuir. L'Agenzia però sottolinea il fatto che la fruizione del bonus fiscale viene trasmessa all'erede per intero, solo nel caso in cui l'erede conservi la detenzione materiale e diretta del bene. Inoltre, qualora l'immobile venisse affittato, la detrazione non spetta in quanto il proprietario effettivo dell'immobile non ne può disporre. Nello specifico "detenzione materiale e diretta del bene" significa che l'erede deve avere la disponibilità immediata dell'immobile, disponendone a proprio piacimento, indipendentemente dal fatto che sia destinato ad abitazione principale. Questa condizione deve sussistere per ogni anno per il quale il contribuente erede voglia usufruire delle quote residue del bonus ristrutturazione.

Quindi, nel caso in cui l'erede volesse percepire le rate del bonus ristrutturazioni per ogni anno fiscale, è necessario e obbligatorio che egli abbia la detenzione materiale e diretta dell'immobile per l'intera durata.


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