Si torna a parlare di riforma del Catasto

La riforma del Catasto potrebbe essere inserita nel prossimo piano nazionale delle riforme, allegato al DEF (Documento di economia e finanza).
Già nel febbraio 2015 il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto esaminare la riforma e varare il decreto delegato con i criteri estimativi.
La riforma non fu mai portata a termine in quanto non poteva garantire allo Stato l'invarianza del gettito.
Rimane tuttavia un problema da risolvere, l'aggiornamento delle rendite catastale va comunque portato avanti e la classificazione degli immobili in vani risulta ormai obsoleta.

Il catasto è vecchio di circa 70 anni e non è più, infatti,  indicativo del valore reale dei circa 65 milioni di immobili in Italia e adesso che la Commissione Europea ha ribadito che l'Italia deve portare avanti una delle riforme indicate come prioritarie dall'Europa, sembra che il Governo Gentiloni abbia intenzione di approvare il DEF già ad aprile.


In base alla bozza del Decreto Attuativo della Delega fiscale, che non è mai stato approvato, gli immobili non saranno più raggruppati in categorie e classi ma in due tipologie di fabbricati: ordinari e speciali.
Il valore degli immobili non sarebbe più determinato dai vani ma dalla superficie, garantendo una valutazione più aderente alla realtà.
Ogni unità immobiliare avrebbe una rendita e un valore patrimoniale stimati in base alle reali caratteristiche dell'immobile e alla zona di appartenenza.
Rimane il problema delle aliquote IMU e TASI, destinate sicuramente a salire, e il problema oggettivo di un aumento della tassazione in un settore già fortemente in crisi da circa 10 anni.





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